New Star Wars Gdr

Arrivo al tempio e un nuovo inizio...

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  1. MetalHead-kun
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    Mira stava camminando da un buon quarto d'ora per quelle strade così luminose e scintillanti, accompagnata dall'uomo che l'aveva acquistata e subito dopo liberata; liberazione che avvenne solo dietro una condizione: lei l'avrebbe dovuto seguire. Mira sentiva una qualche familiarità con quella persona: non una familiarità di tipo personale, ma c'era qualcosa nella sensazione scaturita dall'aura che emanava, che le ricordava molto il padre. Non le ci volle molto per fare un veloce collegamento di pensieri e capire dunque che anche quell'uomo era uno Jedi o aveva ricevuto un addestramento simile. Cosa voleva farne di lei? Dopotutto Mira non sapeva nulla degli Jedi: era in possesso solo di qualche sporadica informazione estratta dalle registrazioni lasciatele dai suoi genitori. Forse l'avevano riconosciuta, e quindi volevano giustiziarla come figlia di traditori... oppure chissà... forse volevano solo interrogarla perché credevano che fosse in possesso di importanti informazioni sui Sith. Ma come poteva averle? Dopotutto non era altro che una ragazzina; ma nella sua spaventata e inquieta mente, in quel momento stavano balenando i pensieri più vari. Però, era stata rassicurata da un atto di gentilezza da parte di quel cavaliere Jedi: quando venne acquistata, ella continuava a tenere il capo abbassato, come se si vergognasse della sua peculiarità razziale riguardante l'assenza degli occhi. 'uomo, allora, notandolo, si strappò un pezzo della veste, e ne fabbricò un temporaneo cappuccio che potesse coprirle la parte alta del viso. Non era certo una prova del fatto che non le avrebbero fatto del male, ma bastò a tranquillizzarla quanto bastava. Mentre continuavano a camminare, ella si teneva il più vicino possibile a lui, come se quell'uomo potesse essere l'unica luce in un buio universo. Alzò la testa, e lì vide un'imponente struttura, che sembrava governasse su quel pianeta da molto prima che arrivasse la civilizzazione. L'uomo, indicandolo, le disse:
    Quello lì è il tempio Jedi. E' lì che siamo diretti.
    Mira lo guardò come stupefatta, e poi rigirò lo sguardo, tenendolo fisso verso il tempio. Non aveva idea di quali funzioni si svolgessero lì dentro, ma era come se emanasse contemporaneamente grande paura, ma comunque grande devozione. Il pensiero che fossero diretti lì, la rese ancora più inquieta. Chi o cosa avrebbe incontrato in quel luogo? Il suo destino sarebbe migliorato oppure avrebbe raggiunto il suo compimento? Il tempo passò in fretta mentre camminavano, e Mira non smise un secondo di formulare le ipotesi più disparate o di pensare alle peggiori eventualità possibili. Quando arrivarono, salirono una lunga scalinata, che sembrava ancora più pesante di qualsiasi sua gemella: era come se il salire quelle scale volesse dire sobbarcarsi di una responsabilità, che andava ad aumentare ogni gradino che percorreva. Ad un certo punto, Mira, si fermò, come se spaventata, e lo Jedi, accorgendosene, si girò e le disse le seguenti parole:
    Non avere paura, lì nessuno ti farà del male, e poi, dopotutto me l'avevi promesso, no?
    Le tese la mano, in senso di aiuto. Ella, stava per allungare la sua, per accettare l'aiuto. La fermò, come se l'inquietudine non fosse ancora svanita. Alzò lo sguardo, e vide che la sua aura risplendeva di un blu profondo più luminoso che mai. Rassicurata, decise di accettare il suo aiuto. Prese la sua mano, e stando al suo fianco salì la scalinata. Arrivò in un grande atrio. Si mise a guardare intensamente come quel luogo trasudasse Forza pura: pura, buona e rassicurante. Ciò le permise di calmarsi un poco. Mira sentì un rumore poco familiare, che in tutto aveva sentito solo un paio di volte nella sua vita: un droide di protocollo, le si avvicinò. Ella indietreggiò in uno scatto, spaventata. Quando vide che il droide era innocuo, e che comunque era andato verso lo Jedi, si calmò. Egli parlò con il droide.
    Avvertilo che la ragazza è appena arrivata. Io ho degli impegni importanti che non possono attendere.
    Poi si girò verso di lei.
    Qui la nostra promessa giunge a compimento: sei libera. Adesso arriverà qualcuno che saprà spiegarti molto meglio di me ciò che sta succedendo. La scelta sarà comunque tua. Forse un giorno ci rivedremo, ma fino ad allora, addio.
    Mira lo vide andar via, mentre le sue spalle sparivano gradualmente mentre scendeva le scale. Ella rimase lì con il droide. Quell'aggeggio, la metteva a disagio, si sentiva come se la fissasse sempre e la sua luce riuscisse a guardarla fin dentro l'anima. Ma ciò che la metteva particolarmente a disagio, era che lei, nel guardarlo fosse quasi cieca. Non aveva altro modo di guardare, se non la forza, e le apparecchiature, ne emanavano ben poca, diventando così quasi invisibili. Restò lì ad aspettare in silenzio. Intanto nella sua mente continuavano a balenare pensieri di come la situazione si sarebbe evoluta, e cos'era poi questa "scelta" di cui aveva parlato lo Jedi? Ma per il momento le uniche risposte che poteva avere erano quelle suggeritele dalla sua spaventata mente.

    Edited by MetalHead-kun - 1/6/2011, 20:11
     
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  2. Qi-Orl Gan
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    Il cavaliere Jedi si era dunque allontanato da lei, poteva vedere la sua aura sparire lontano da lei, ma in quel momento si rese conto che l'energia emanata dal Jedi che l'aveva salvata in quel luogo era ovunque. Quei muri erano pregni di energia positiva, tranquillità, pace.
    Il doride attese vicino a Mira finchè lentamente la ragazza non sentì qualcuno che si avvicinava, era come il Jedi di prima ma più... non c'era definizione per ciò che sentiva, Mira non sapeva quantificarlo, poco prima aveva paragonato quel Jedi a suo padre, ma quello che percepiva ora non era paragonabile...

    "Mira? Sei tu Mira, giusto?"

    Una voce decisa ma molto calma poco dietro di lei la chiamò, forse era giunta la persona con cui avrebbe parlato? Il momento della svolta per la sua vita era forse a pochi passi da lei?

    CITAZIONE
    Vai tranquillo cos che sei partito bene :)

     
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  3. MetalHead-kun
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    Mira vide un'aura a dir poco abbagliante avvicinarsi a lei. Era qualcosa di assolutamente inquantificabile. Sembrava quasi che la Forza si fosse piegata in quel luogo al solo scopo di far apparire una simile entità. Ella ne fu subito spaventata. Così tanta forza in una sola persona era qualcosa di impensabile. Al suo cospetto, lei, come chiunque altro si sarebbe sentito schiacciato e sopraffatto. Ma l'aura in questione aveva un senso di leggerezza e freschezza che era quasi direttamente paragonabile alla sua vastità. Ma nonostante tutto questo, la sensazione di smarrimento e terrore di Mira non tendeva minimamente a sparire. Stava in posizione retratta, con le mani strette al petto. Lo sguardo era fisso su quell'entità che si era mostrata a lei. Cercava di abbassare la testa, o di non guardarlo, ma era come se non riuscisse a staccargli gli occhi di dosso: troppa era la paura, e il cuore le stava battendo all'impazzata.
    Mira? Sei tu Mira, giusto?
    Mira fece un passo indietro per la paura. Come faceva a conoscere il suo nome? Forse gliel'aveva detto l'altro Jedi. Cosa poteva mai volere da lei... Rispose alla sua domanda piegando la testa in senso di risposta affermativa. Era fin troppo spaventata per parlare... era come se la sua gola fosse bloccata da un peso abnorme. Cosa avrebbe voluto farne adesso di lei? Nonostante tutto questo però, non riusciva a non restare meravigliata dalla potenza di quell'aura e ciò la portò addirittura a pensare che costui potesse effettivamente essere il suo boia.
    Potrebbe uccidermi anche solo pensandolo... non avrei la benché minima speranza...
    Ella non poteva sapere che in realtà tutto stava cominciando a volgere per il meglio per lei...

    Ah, si, mi ero scordato la leggenda dei dialoghi:
    Narrato, Parlato, Pensato, Detto da altri, Lingua diversa dal basic.
     
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  4. Qi-Orl Gan
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    L'uomo davanti a lei sorrise e tese la mano nel più comune gesto di gentilezza e rispetto, la stretta di mano.

    "Il mio nome è Heleghion Narkuss Maestro Jedi, sono qui per te..."

    Poche semplici parole e un gesto, Heleghion sentiva la paura della ragazza e da quello che gli era stato raccontato dal Cavalliere era più che logico.

    "...il Cavalliere Dorian mi ha detto come ti chiamavi, non temere sei tra amici"


    Tutto continuava ad esser epositivo, i dubbi della ragazza sembravano però compresi da quella persona. Forse si sbagliava? Oppure era una tattica per carpire da lei i segreti che i suoi genitori avevano custodito.

    CITAZIONE
    Mi sono permesso di dare un nome al Cavalliere perchè mi sembrava illogico che un Cavalliere porta qualcuno al tempio e non ne parla al Gran Maestro.
    Se il nome non ti piace possiamo cambiarlo, nel caso mandami un PM che lo modifico :D

     
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  5. MetalHead-kun
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    Il nome va benissimo, tranquillo ^_^

    L'uomo allungò la mano. Che volesse forse farle del male? Eppure, tutto sembrava indicare ben altro. La mano era aperta, in segno di saluto. Forse voleva che Mira ricambiasse stringendola. Egli sorrideva... non sembrava una brutta persona, anzi tutt'altro: sembrava che fosse veramente lì perché volesse aiutarla o per spiegarle molte cose. Tutta quella affinità con la Forza in una sola persona... dava un senso di rilassamento. Era una cosa... bella da vedere: si, non vi erano mezzi termini per descrivere la sensazione che quell'aura riusciva a trasmettere alla ragazza. Neanche nel suo defunto padre era mai riuscita a sentire una tale leggiadria nell'esistenza. Senza accorgersene, rilassò i muscoli del suo corpo, che fino a quel momento erano rimasti in tensione, come pronti a reagire a qualsiasi comando. Tese lentamente la mano verso quella del Maestro Jedi. La strinse per salutarlo... tuttavia non disse comunque una parola. Lo guardò in viso per pochi secondi, e subito dopo abbassò la testa. Non aveva idea di cosa stesse accadendo...
    Il mio nome è Heleghion Narkuss Maestro Jedi, sono qui per te...
    Ora l'uomo aveva un nome, ma fu un'altra cosa quella che turbò Mira. "Sono qui per te...". Cosa intendeva dire... senza pensarci, ella alzò subito la testa, e guardò il maestro Jedi dritto negli occhi.
    Co... cosa intende dire con questo?
    Ella voleva sapere perché si trovava lì; quale era la motivazione che aveva portato alla mobilitazione addirittura di un maestro Jedi di tale potenza? Che forse dopotutto tutte le congetture nate nella mente di Mira fossero state inutili? Forse il motivo per cui si trovava lì era molto più positivo di quanto pensasse. Forse quell'uomo sarebbe addirittura stato la chiave per aprire la porta di un futuro molto più grande!
     
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  6. Qi-Orl Gan
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    La ragazza ne aveva passate anche più di quello che aveva ipotizzato il Cavalliere, Heleghion comprendeva la cosa da quella semplice domanda: "Cosa intendete dire con questo?"....

    "Che io sono qui per offrirti il mio aiuto, per spiegarti il motivo perchè tu sei qui, per mostrarti ciò che puoi raggiungere, e se vorrai... per darti una casa"

    Dopo la sua famiglia nessuno si era comportato così con lei, anche perchè aveva vissuto gran parte della sua vita su una nave e successivamente come schiava, ora invece un'uomo l'aveva liberata senza chiedere nulla in cambio e adesso gli affrivano delle possibilità senza nulla in cambio?! Forse c'era qualcosa sotto, non poteva essere così semplice, tutti hanno un secondo fine.
    I dubbi erano tanti ma continuava a sentire molta positività in quell'uomo, e non solo in lui, ogni tanto passava accanto a loro qualcuno che aveva un'energia simile, positiva, buona.

    "Se vuoi seguirmi parleremo un pò, poi potrai decidere sul tuo futuro... d'altra parte ora sei libera"
     
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  7. MetalHead-kun
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    Restò pietrificata nel sentire quelle parole: "ciò che lei avrebbe potuto raggiungere...". Cosa mai poteva raggiungere lei, che era solo un'orfana e una reietta? In che modo quell'uomo avrebbe potuto aiutarla? E poi, soprattutto... una casa. Questa parola era ben conosciuta da Mira, ma ella ormai la sentiva come una parola distante e quasi priva di senso. Per ben sei anni la sua unica casa era stata una fredda astronave immersa nel gelido spazio aperto. Troppo a lungo ella non aveva parlato ad un altro essere umano. Troppo a lungo si era privata di una vera vita. Troppo a lungo era stata costretta a subire le angherie della fortuna. Forse finalmente qualcosa stava cambiando. Forse finalmente aveva veramente trovato un luogo a cui appartenere. Questo era ciò che stava cominciando a farsi strada nella sua mente. Mira si disse che dopotutto era suo dovere dare ascolto a quell'uomo che si era addirittura scomodato personalmente per lei. Fece un lungo respiro ed insieme ad i suoi polmoni si rilassò tutto il corpo. Una volta calmatasi definitivamente lo guardò per bene in viso, come se stesse guardando un insegnante o una persona che merita tutto il rispetto di questo mondo.
    Sono pronta per ascoltarla...
    Mira non poteva sapere che, in quel momento, aveva appena compiuto il passo più importante della sua vita.

    Mi scuso per i post troppo corti...
     
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  8. Qi-Orl Gan
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    Aveva preso la prima decisione importante in totale libertà, ora nessuno le avrebbe più imposto nulla. Heleghion indicò la strada alla ragazza e poi si mise a camminare con lei unendo le mani sotto la tunica. Nel camminare Heleghion si rivolse nuovamente a Mira...

    "Questo, come ti è stato detto dal tuo salvatore è il Tempio Jedi. Qui noi studiamo per migliorare la nostra conoscenza sulla Forza per poter portare e mantenere a pace nella galassia..."

    Il Maestro spiegava con calma e tranquillità esponendosi per primo, dopo di che portò lo sguardo su lla ragazza e continuò...

    "Ogniuno di noi ha una storia che nella sue piege descrive la strada fino a qui, se vuoi, ti chiederei di raccontarmela. Senza timori..."

    Non ti preoccupare, non conta quanto scrivi ma come lo scrivi, e tranquillo che fin'ora vai bene :D
     
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  9. MetalHead-kun
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    Aveva preso la decisione giusta... effettivamente il maestro Heleghion si stava dimostrando gentile e disponibile. Inoltre sembrava una persona buona: la sua gentilezza contrastava nettamente con la sua potenza che sembrava trasudasse da ogni singola cellula del suo corpo. Era un uomo che le incuteva terrore ma comunque un profondo rispetto. Egli cominciò a camminare lungo il corridoio, mostrandole la via. La ragazza lo seguiva, mentre continuava ad ascoltarlo. In quel momento, vedendolo, a Mira parve che quell'uomo potesse essere la persona più in pace con l'universo che fosse mai apparsa nella galassia.
    Ogniuno di noi ha una storia che nella sue piege descrive la strada fino a qui, se vuoi, ti chiederei di raccontarmela. Senza timori...
    Rimase un po' spaesata da quella frase: lui voleva raccontata la sua storia. Quanto poteva essere interessante la storia di un'orfanella? Questo era ciò che si chiedeva Mira, ma principalmente ella si chiedeva se andava bene raccontargli tutto... nei minimi particolari. Andava bene dire ad un estraneo, che inoltre faceva parte del consiglio Jedi, di come i suoi genitori avevano tradito la Repubblica? Ma poi, mentre continuava a preoccuparsi per ciò che doveva dire, si ricordò di cosa ella provava esattamente per i suoi genitori: essi erano i suoi eroi, e Mira aveva sempre giurato che ne sarebbe sempre stata fiera.
    La mia storia è lunga e noiosa, ma se è questo che desidera gliela racconterò.
    Prese un bel respiro in previsione del lungo discorso che stava per fare. Continuava a camminare, guardando in avanti.
    I miei genitori... loro erano...
    Alzò la testa, mostrando grande orgoglio in ciò che stava per dire.
    Loro erano degli Jedi rinnegati. Abbandonarono la Repubblica per proteggerla!
    Sapeva che poteva sembrare una contraddizione per una persona esterna, ma era così.
    Non potevano sopportare la passività del consiglio mentre la gente innocente veniva uccisa dai Sith che stavano per muovere guerra in larga scala. Ma capisco che dal suo punto di vista non potevano essere considerati come nient'altro che traditori.
    Da lì continuò con molta naturalezza.
    Mia madre venne uccisa dai Sith mentre mi dava alla luce e mio padre mi dovette salvare non appena nacqui. Mi portò in mondi molto remoti che ricordo a malapena. Continuò per molti altri anni a combattere i Sith, finché il suo corpo non glielo permise più. Se vuole sapere la mia opinione... so che può sembrare una cosa orribile da dire, però penso che sia stato meglio così... dopo essere venuta a conoscenza di tutto capii che molto probabilmente non era più la mano della giustizia a guidarlo, ma la volontà di vendetta.
    Abbassò la testa... era una cosa pesante da dire... l'aveva pensato spesso, ma fino a quel momento non lo aveva ancora detto a nessuno.
    Continuò a vivere badando a me per altri tre anni, fino a quando non raggiunsi l'età in cui la Forza aveva cominciato a manifestarsi. Avevo circa 8 anni quando mio padre mi strappò dalla forza per evitare che anch'io facessi la sua fine. Le tecniche che utilizzò mi fecero pure perdere la vista per qualche tempo. Ma da allora penso di aver perso per sempre la mia connessione con la Forza.
    Evidentemente Mira non sapeva che la sua razza era in grado di vedere solo attraverso la forza; per cui, se il suo legame fosse stato veramente reciso ella sarebbe dovuta essere nella cecità più assoluta.
    Ma i Sith ci trovarono pure lì. E fu proprio lì che vidi mio padre per l'ultima volta... su Kashyyyk. Egli per proteggermi restò lì a combattere i Sith e mi mise sulla sua navicella. L'ultima immagine che ho di mio padre è di lui con una lama rossa che gli trafigge il petto, mentre il portellone si chiudeva. Non so perché mi risparmiarono... forse non mi videro o forse sentirono che non ero una vera minaccia. Su quella nave passai sei lunghi anni. Lì, grazie a delle registrazioni appresi tutta la storia dei miei genitori, ma capii che il loro unico errore fu quello di abbandonare la Repubblica.
    Era molto presa dal suo racconto, al punto che smise addirittura di notare dove erano diretti, e smise pure di meravigliarsi delle potenti aure che si trovavano nel tempio.
    La nave avrebbe continuato a vagare incessantemente per lo spazio più profondo... se non fossi stata intercettata da degli schiavisti di Ryloth. Non so dire per quanto tempo rimasi lì, ma mi bastò per imparare persino a parlare il Twi'leki. Lì entrai in contatto con l'uomo che infine mi portò qui... penso che da questo punto in poi per me sia inutile raccontare...
    Mira pensò che adesso che aveva ammesso che i suoi genitori in realtà erano dei ribelli egli non l'avrebbe più aiutata... ma lei pensava che dopotutto, se era vero che lui la voleva aiutare, non avrebbe guardato da dove proveniva, ma avrebbe guardato chi e cosa era attualmente. Ma d'altronde... è molto meglio affrontare la realtà anziché vivere in un'illusione.
     
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  10. Qi-Orl Gan
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    Heleghion restò in silenzo per tutto il tempo del racconto, non voleva contaminare i suoi pensieri con affermazioni, anche se positive. Il racconto parlava di una vita in fuga, che aveva visto solo dolore, paura, vendetta, il Lato Oscuro. Quando terminò Heleghion annuì...

    "Punti di vista..."

    Furono le prime parole del Maestro che si fermò aprendo una porta su una stanza, con un gesto gentile della mano le fece cenno di entrare. La stanza non era molto grande, vi era un mobile a due ante e vari scaffali sulle pareti e una moltitudine di cuscini a terra. Una volta dentro il Maestro si sedette sui cuscini invitando la ragazza a fare altrettanto.

    "Come in parte hai compreso molte cose si baseranno sul nostro punto di vista, i tuoi genitori decisero di abbandonare l'Ordine per agire in modo differente, dal loro punto di vista questa era l'azione migliore... ma ne siamo sicuri? Oggi te sei qui per quella decisione..."


    In questo momento sembrava quasi che il Maestro desse ragione ai suoi genitori, sembra impossibile, ma alla fine dalla loro decisione era nata una nuova vita e quella nuova vita era li al tempio...

    "Se quello che loro hanno fatto è stato un'errore, tu non ne sei la prova, sei il proseguimento delle loro scelte che alla fine ti hanno riportato qui. Ogni azione crea il nostro futuro, le vie della Forza sono misteriose e non possiamo essere certi di un fine finchè non lo raggiungiamo, i tuoi Genitori hanno deciso di lasciare l'Ordine per difendere la Repubblica in modo diverso, oggi tu sei qui per continuare il loro desiderio... ma qui tocca a te, sei libera di scegliere al tua strada come hanno fatto i tuoi genitori. Cosa vuoi dalla tua vita?"
     
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  11. MetalHead-kun
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    Mira restò molto sorpresa dal comportamento del Maestro Jedi. Egli non si scosse affatto quando sentì la vera origine dei genitori della ragazza. Anzi, in qualche modo sembrava che volesse cercare di farle rendere conto di come essi potessero essere considerati sotto diversi punti di vista. Intanto, arrivarono davanti ad una porta, che il Maestro Heleghion aprì. Egli fece alla ragazza un segno per indicare che le era permesso entrare. Mira, che ormai si era liberata di tutti i suoi pregiudizi, abbassando leggermente la testa in segno di ringraziamento, entrò. Non si preoccupava più di ciò che pensava potesse succederle, anche perché ormai sapeva che non le avrebbero fatto nulla. Dopodiché, egli si sedette su dei cuscini che stavano in terra, invitando Mira a seguirlo. Ella, si sedette di fronte al Maestro, mantenendo una distanza di circa un metro e mezzo. Si sedette in posizione Seiza (la classica posizione giapponese cioè in ginocchio con le punte dei piedi rivolte all'indietro) con le ginocchia strette e le mani che poggiavano sulla parte bassa delle cosce. Ascoltò con attenzione ciò che il Maestro le disse. Ascoltò tutto il discorso senza dire una parola e senza volontà di negare nulla. Il discorso filava in maniera molto scorrevole e ciò dimostrò di come effettivamente ella venne giudicata per chi era, e non per il luogo da cui proveniva.
    Se vuole sapere la verità... io ho considerato, continuo a considerare e considererò sempre i miei genitori come degli eroi... i miei eroi! Però io, una volta, restai molto colpita dalle parole di mio padre in una registrazione: egli disse che abbandonare la Repubblica fu il più grande errore della loro vita, e che non avrebbero mai dovuto disobbedire al Consiglio...
    Fece passare un paio di secondi di silenzio.
    E se vuole saperlo, io la penso esattamente così. Fu allora che capii che nella mia vita ciò che volevo veramente era rendere i miei genitori orgogliosi di me.
    Guardò il Maestro dritto in viso con aria molto decisa.
    Io voglio servire questa Repubblica e la pace con tutta me stessa, anche a costo della mia vita!
    Nelle sue parole si poteva udire una risolutezza degna del più sicuro degli uomini. Ora si trovava faccia a faccia con il suo destino? Le sarebbe stato permesso seguire la via del suo cuore, oppure le sarebbe stata sbarrata la porta?
     
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  12. Qi-Orl Gan
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    Il Maestro ascoltava le prole della ragazza annuendo alle sue parole, era decisa e sapeva cosa voleva, da un certo punto di vista Heleghion rimase felicemente sorpreso.

    "Che dire, hai riposto alle mie domande ancora prima che te le ponessi... Chiederti se hai pensato bene alle tue affermazioni mi sembra superfluo, hai avuto anni per decidere da quello che ho compreso, ma hai compreso appieno l'affermazione di tuo padre?"

    Si riferiva ovviamente a quando il padre affermò di aver fatto un'errore a lasciare il Tempio, un'affermazione con un grande significato a cui, con un po' di logica si sarebbe potuto rimediare, si può sempre tornare indietro... o no?

    “Oggi, come hai ormai compreso, hai la possibilità di cambiare il tuo futuro, cambiare strada... ma ciò che farai da ora non ti permetterà di tornare indietro, questo aveva compreso tuo padre, fatta la scelta non si torna indietro...”


    Heleghion fece un sospiro, l'importanza di quella scelta, dall'alto della sua esperienza sapeva che era importantissima e la difficoltà non sta solo nel rispondere ma anche nel porre la domanda a ragazzi giovani che hanno un lungo futuro ancora da scrivere...

    “Ora, Mira vuoi seguire le vie della Forza e diventare una Jedi... come i tuoi genitori prima di te!?”


    Le ultime parole furono molto pesanti, la ragazza doveva comprendere che certe decisioni come quella cambiano il futuro irrimediabilmente...

     
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  13. MetalHead-kun
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    Mira non si mosse minimamente alle parole del Maestro Jedi, ma anzi, sembrava che il suo animo acquistasse sempre più sicurezza. Sentiva il compimento di tutti quegli anni di pensieri e decisioni. Voleva veramente servire la Repubblica oppure stava solo cercando di proiettare i sogni dei suoi genitori nella sua stessa vita? Ella era sicura che non era così: se voleva rischiare la vita come prezzo per la pace, era perché pensava che fosse la più nobile delle cause. Ovviamente non avrebbe mai avuto l'aspirazione a divenire uno Jedi se i suoi genitori non lo fossero mai stati. Ma il fatto che Mira fosse figlia di due Jedi, la rendeva un soggetto molto sensibile alla forza: sarebbe stata una follia non sfruttare le sue capacità per il bene della galassia. Non appena il Maestro Heleghion finì il suo discorso, Mira aspettò qualche secondo per rispondere. Portò il suo corpo in avanti, in posizione eretta, e tirò un profondo respiro, quasi come se volesse mimare quegli animali che introducono aria nel corpo per aumentare le loro dimensioni allo scopo di incutere timore. Il suo sguardo era fisso sul viso del Maestro.
    Io voglio dare la mia stessa esistenza alla pace della Repubblica. Io voglio affidarmi alla Forza, e diventare una Jedi. Non avrò altro scopo nella vita se non quello di servire la Forza e questa Repubblica.
    Quella era la sua affermazione definitiva: aveva aspettato ben sei anni per dire queste parole. Non aveva ripensamenti: sapeva bene che la vita di uno Jedi è fatta di rinunzie, ma questo non la spaventava. Tanto per lei non c'era nulla in tutta la galassia: non aveva nessuno a cui importasse di lei ne' niente a cui era legata sentimentalmente. Quella era la vera, grande svolta della sua vita.
     
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  14. Qi-Orl Gan
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    Era decisa e nulla avrebbe potuto smuoverla...

    “Molto bene Mira, questo è il tuo primo insegnamento dunque...”

    Heleghion prese un respiro e cominciò a pronunciare delle parole che potevano avere un significato, ma per persone comuni erano strane e forse fanatiche, ma per un Jedi sono la via della Forza...

    “Non c'è emozione; c'è pace.
    Non c'è ignoranza; c'è conoscenza.
    Non c'è inquietudine; c'è serenità.
    Non c'è morte; c'è la Forza”



    Il Maestro attese che la ragazza ripetesse quello che aveva appena detto, poi riprese a parlare...

    “Questo è il codice Jedi, la vita di un Jedi si basa su questo, comprendi le sue parole e seguilo ti aiuterà a diventare una Jedi”
     
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  15. MetalHead-kun
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    Molto bene Mira, questo è il tuo primo insegnamento dunque...
    Allora era finalmente arrivato... era arrivato il momento in cui avrebbe fatto ciò che avrebbe reso fieri i suoi genitori. Stava per essere accettata tra i Jedi: stava per diventare ella stessa una Jedi. Si sentiva tesa, ma stranamente serena... percepiva una grandissima serenità dentro di sé. La sua fede era incrollabile e così la sua sicurezza. Il Maestro incominciò a ripeterle il Codice Jedi: esso era il credo che portava sulla strada del lato chiaro della Forza. Quando il Maestro incominciò a ripeterlo, tuttavia, sentì come un senso di familiarità... come se l'avesse già sentito prima.
    Ah, già...
    Si ricordò di una notte lontana... non riusciva a dormire, così si alzò dal letto, e trovò suo padre in meditazione pronunciare quelle parole. All'epoca era una bambina e per lei non potevano avere un senso compiuto... tuttavia, in quel momento fu in grado di ricollegare ogni cosa: suo padre, in quei momenti, mentre si ritrovava da solo, evidentemente, sentiva sempre più profondamente la lontananza dalla Repubblica. Forse per lui fu davvero un gran dolore quella distanza; ma con grande dignità sopportò il suo disonore... un disonore col quale non poteva fare ritorno tra le fila del Consiglio. Ma ora non era il tempo di pensare a ciò che ormai era lontano. Ora era il suo momento: Mira sapeva bene che anche questi collegamenti sentimentali era dannosi per un Jedi: ma dopotutto i suoi genitori erano già morti. Ora doveva prestare attenzione alle parole del Maestro. Mentre egli ripeteva il Codice, la ragazza cercava di ricordarselo. Quando finì, incominciò a ripeterlo con una voce talmente bassa di volume che se non fossero stati da soli in una stanza così piccola, le sue parole sarebbero state impercettibili.
    Non c'è emozione; c'è pace...
    Questa frase era ovvia. Le emozioni deviano la visione oggettiva dei fatti, rendendo chiunque, specialmente un guardiano della pace, del tutto inaffidabile. Inoltre le forti emozioni possono portare all'attaccamento ad oggetti superflui e quindi alla volontà di proteggerli anche al costo della propria integrità morale. Per quello che Mira sapeva, le sembrava che già una, o addirittura più volte, alcuni Jedi avevano voltato le spalle alla causa della Repubblica e al Lato Chiaro per proteggere dei loro cari. Quindi l'assenza di emozioni porta alla pace mentale, che deve essere l'unica guida e causa di uno Jedi.
    Non c'è ignoranza; c'è conoscenza...
    Anche quest'altro versetto era di semplice comprensione: l'ignoranza rende l'uomo gretto e cattivo. Si dice che a volte l'uomo fa il male per ignoranza del bene. Naturalmente l'ignoranza deve essere allontanata con la conoscenza: la conoscenza poteva essere intesa sia come conoscenza generale, sia come conoscenza della Forza. L'ignoranza, inoltre è sintomo di una mente debole, mentre una grande conoscenza contraddistingue una forte e grande mente da tutte le altre.
    Non c'è inquietudine; c'è serenità...
    Anche questa frase stava ad indicare il benessere dell'anima: un'anima pervasa da dubbi non può avere la stessa certezza delle proprie azioni che possiede un'anima sgombra da ogni problema. L'incertezza inoltre rende gli uomini impauriti, e la paura era una tra le prime emozioni che portava al Lato Oscuro. Una persona che prova inquietudine cercherà di sopprimere la sua paura con la rabbia. La rabbia porta all'odio, e infine l'odio, conduce alla sofferenza.
    Non c'è morte; c'è la Forza...
    Forse questo era il verso più difficile da comprendere per Mira... dopotutto lei non conosceva nulla della Forza e le sembrava impossibile sostituire la morte con la Forza... dopo un po', però, comprese: la Forza deve essere l'unica entità in cui uno Jedi deve riporre la sua fede. Se un Jedi riesce a vivere affidandosi alla Forza, allora per lui la morte non arriverà mai, perché continuerà a vivere come un tutt'uno con la forza.
    Ora Mira aveva compreso ciò su cui si basava veramente la vita di uno Jedi. Pace, conoscenza, serenità, Forza: dovevano essere questi i pilastri della vita di uno Jedi. Senza uno di essi, uno Jedi non sarebbe altro che una persona sensitiva alla Forza, non un guardiano della pace. Lei sapeva che da quel momento la sua vita sarebbe stata un continuo addestramento, ma non ne era spaventata. Dopo aver riflettuto sulle frasi del Codice, alzò la testa e guardò il maestro.
    Ho compreso Maestro. Da oggi in poi l'unica entità che servirò sarà la Forza. Seguirò questa strada con saggezza, senza alcun tipo di ripensamento... se avrò dubbi, li sgombrerò affidandomi al volere della Forza; se mi perderò in preda alle passioni, cercherò di ricercare in me la pace... mai più lascerò che l'ignoranza mi porti a compiere il male. L'unica cosa in cui avrò veramente fede sarà la Forza, che sarà mia alleata nei momenti bui e mi farà unire a se nel momento della mia ora fatale. Le giuro che farò del mio meglio Maestro.
    Quella fu la prima volta che lo chiamò Maestro: per lei era segno di aver abbracciato finalmente in tutto e per tutto, ciò che sarebbe diventata.

    Mi scuso per la citazione di Yoda :asd:
     
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